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25/01/2018
I ragazzi della classe I del corso di “Operatore Grafico” hanno incontrato Samuele Roccatello, giovane autore del libro “L’apertura mentale non è una frattura del cranio”, pubblicato da Pathos edizioni.
Il libro è una raccolta di racconti, attraverso i quali Samuele ha cercato di esprimere il proprio essere e le proprie opinioni su temi e sentimenti che viviamo tutti i giorni.
In particolare i ragazzi hanno affrontato i temi del bullismo e del mobbing in una lezione-dibattito in cui si è cercato di capire anche le loro opinioni.
«Sono stato vittima di mobbing sul posto in cui lavoravo- ha raccontato Roccatello- mi facevano sentire una nullità. Ho reagito, ho detto quello che mi succedeva e sono stato licenziato. Penso di aver fatto bene a farlo. Oggi lavoro in un’altra azienda in cui mi trovo benissimo».
Si è parlato di come, a volte, i problemi e le discussioni nascano proprio nel momento in cui incontriamo delle difficoltà ad esprimerci: è la comunicazione che manca, è il disagio che si crea ogni volta che non riusciamo a farci capire.
«Fino a 19 anni non leggevo e non scrivevo; è stata una mia ex professoressa di italiano a convincermi ad iscrivermi ad un corso di scrittura. Lì ho scoperto che la scrittura mi aiutava a conoscermi. Ho iniziato a scrivere racconti. L’urgenza di scrivere mi ha fatto rendere conto di avere un vocabolario scarno e per ampliarlo ho cominciato a leggere, sempre di più. Poi è arrivato questo libro, scritto in 4 mesi, che racconta di me, di tanti ragazzi e ragazze che vivono sulla propria pelle bullismo e mobbing».
«In questo momento storico, in cui viviamo circondati da mille realtà virtuali- ha concluso il giovane autore- occorre conoscere, comunicare, attraverso le parole, i gesti, le azioni reali, per evitare di rimanere “senza parole” ed essere vittime o ricorrere alla forza fisica o alla pressione psicologica per affermarsi».
Si tratta del primo protagonista del “Ciclo di incontri con professionisti della comunicazione e informazione”, organizzati dal docente Francesco Umberto Iodice, con la collaborazione di Giovanni Mazzamurro, coordinatore, e di Alice Grugnetti, volontaria del Servizio Civile.
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