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15/07/2019
Aiutiamoli “a casa loro” o qui, ma aiutiamoli. Questo il senso del lavoro di Irene Perlasca, classe 1985, fondatrice dell’associazione Abebu, che toglie dalla strada i bambini del Burundi. Nella sua storia di volontaria della cooperazione internazionale c’è anche un po’ di EnAIP. Irene, infatti, dopo gli studi di Relazioni Internazionali a Pavia ha fatto diverse esperienze in Mali e Malawi, per poi candidarsi, nel 2012, ad progetto di servizio civile di EnAIP Piemonte in Burundi.
Una scelta ponderata, un’esperienza di vita nella quale mette in gioco la sua persona, le sue idee, il suo entusiasmo, le sue capacità organizzative, creative, manuali e relazionali. "Vorrei essere capita e considerata per quello che sono, senza pregiudizi, e non essere associata ad uno stereotipo occidentale in cui non mi identifico- dichiarava. Vorrei lavorare nel mondo della cooperazione, vorrei continuare a fare questo genere di esperienze".
Nel 2014 quella speranza diventa realtà e oggi sta crescendo. “All’inizio mi hanno aiutato tanti amici burundesi. La nostra attenzione – racconta– è stata data fin da subito ai bambini di strada, abbandonati o che hanno una situazione familiare difficilissima. Per loro nelle strade ci sono solo violenza e droga ad attenderli. Sniffano colla. E si parla di piccoli anche di 2 o 3 anni”.
Il progetto prende una svolta decisiva quando da Bergamo arriva una donazione che permette a Irene di far studiare un piccolo gruppo di bambini: “Da lì in avanti tutto è cambiato. Abbiamo trovato una casa nella capitale economica, a Bujumbura, con un giardino enorme: all’inizio abbiamo aperto le porte ai bambini per l’intera giornata, ma la sera ognuno tornava a casa. O meglio, per strada. Poi abbiamo capito che non era l’approccio giusto e dopo qualche settimana siamo riusciti a creare una realtà che accogliesse i bambini 24 ore su 24, sette giorni la settimana. Ora abbiamo ospiti 13 maschi e 5 femmine: il più piccolo ha 6 anni, il più grande 15. Vivono da noi, vanno a scuola e studiano con dedizione”.
“Mi chiedono spesso perché lo faccio. Rispondo che tutto questo mi fa star bene, è una cosa che dà un senso alle mie giornate. Quello che faccio con i ragazzi di Abebu mi riempie il cuore. Mi sveglio la mattina pensando a cosa posso fare di più per questa gente. Il messaggio che mi piacerebbe mandare? Che si può fare sempre del bene, per chiunque. Possiamo tutti noi rendere il mondo un po’ più bello, ogni giorno di più”.
Chiunque volesse fare una donazione all’associazione Abebu questi sono gli estremi:
FINALMENTE UNA C.A.S.A.
BANCA PROSSIMA
IBAN: IT36 A033 5901 6001 0000 0163 254
BIC: BCITITM
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