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12/03/2018
NOVARA. In sei mesi 100 donne si sono rivolte agli sportelli anti-violenza del Novarese e 15 sono state messe sotto protezione. E’ il bilancio del servizio partito lo scorso anno e inaugurato ieri con la presentazione ufficiale dei locali messi a disposizione dal Comune in via della Riotta 19. Il progetto vede l’amministrazione del capoluogo capofila di un pool che riunisce Provincia, Cisa Ovest Ticino, Ciss Borgomanero, Cisas Castelletto, Comune di Arona, Filos, Enaip, Elios coop, Inforcoop e Liberazione e speranza.
Gli sportelli antiviolenza sono otto: a Sant’Agabio, all’Aied e a palazzo Natta a Novara, in municipio ad Arona e Borgomanero, al Ciss di Marano, al consorzio di Trecate e a Gattinara per i paesi che fanno riferimento all’ente vercellese. Forniscono assistenza legale e psicologica, laboratori di aiuto ai figli, mediazione culturale, orientamento al lavoro: è tutto gratuito, è sufficiente telefonare al 1522 o al numero 348-2695812.
La rete novarese è stata accreditata dalla Regione a settembre 2017 e lo scorso anno, in sei mesi, ha seguito cento casi di donne maltrattate, di cui 15 in situazioni talmente gravi da motivare l’allontanamento da casa. Sono soprattutto madri con figli piccoli, hanno un’età tra i 40 e i 55 anni e un titolo di studio di scuola media.
«Questi sono i casi emersi e accolti nei centri - ha detto Gianfranca Brustio, funzionaria dei servizi sociali del Comune di Novara -. Il sommerso è ampio». «I centri antiviolenza non rappresentano solo una riunione di enti ma creano una rete di tutti coloro che si occupano del problema. Lo Stato crede nella lotta alla violenza di genere e negli ultimi anni ha investito molto» ha sottolineato l’assessore comunale alle Pari opportunità Simona Bezzi presente ieri con il collega dei Servizi sociali Emilio Iodice, il sindaco Alessandro Canelli e il prefetto Francesco Castaldo.
La procuratrice Marilinda Mineccia ha sottolineato l’importanza dell’accompagnamento delle vittime di violenza: «Quando sono arrivata a Novara ho trovato molti fascicoli riguardanti reati di violenza in cui poi le donne avevano ritrattato e in alcuni casi erano state accusate di calunnia. Ogni momento è fondamentale per arrivare a una sentenza di condanna di chi usa violenza, a cominciare dalla documentazione medica della vittima in ospedale». Il magistrato ha annunciato il progetto con Comune e Provincia per l’allestimento in procura di una saletta dedicata all’ascolto delle donne maltrattate. Infine l’invito dalla consigliera provinciale Laura Noro: «Donne, denunciate le violenze. Ritroverete serenità».
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