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28/02/2022
Il progetto di Peer Education a EnAIP Biella è stato un successo, non ci sono dubbi.
Il buffet per l’aperitivo, con finger food e cocktail, preparato ieri in occasione del piccolo evento finale, lo ha dimostrato: gli allievi del corso di Sala&Bar insieme agli studenti del prelavorativo hanno collaborato in tutti i passaggi per creare un momento di svago perfetto, cucinando insieme, allestendo la sala e il buffet e servendo il personale del centro.
Lo scopo della Peer Education è proprio questo: imparare tra pari. In questa metodologia il ruolo di docente viene svolto da un alunno in modo che lo scambio di conoscenze avvenga tra studenti, tra pari appunto. Così facendo gli studenti vengono messi al centro del sistema educativo e si attiva un processo naturale di passaggio di conoscenze ed esperienze.
È così che, per quattro giornate, a EnAIP Biella un gruppo di allievi del secondo anno del corso di sala&bar si è trovato dall’altra parte della cattedra: gli studenti sono diventati docenti e hanno insegnato alla classe del Prelavorativo tutte le tecniche della caffetteria, come realizzare ottimi cocktail, come preparare squisiti finger food e come diventare perfetti camerieri di sala.
I risultati sono stati positivi per entrambe le parti, e non solo dal punto di vista educativo.
Gli allievi del Prelavorativo si sono sentiti meno sotto pressione e hanno imparato velocemente.
C’è anche chi, come Gaia, grazie a questa esperienza ha capito che il mondo della caffettiera non è così distante da lei e impossibile come pensava, e dopo la prima lezione ha chiesto al suo docente di poter fare uno stage in questo settore.
“Il fatto che fossimo coetanei ha facilitato l’apprendimento, perché ero più rilassato, meno agitato dalla presenza di un docente e quindi riuscivo a concentrarmi meglio. Ero meno intimorito” – racconta Wualid, e Giada e Alessia sono d’accordo: “Erano ragazzi e quindi ci sentivamo più liberi di provare, sbagliare e anche di fare tante domande.”
I ragazzi di Sala&bar, invece, hanno capito l’importanza di avere pazienza e hanno sperimentato la difficoltà nel trovare la modalità giusta per catturare l’attenzione e farsi seguire da tutti.
Sara pensa che “fare il docente è difficile, ma molto bello. Devi capire come spiegare bene le cose e fare in modo che ti seguano e imparino”, mentre per Jennifer “è stata un’esperienza importante dal punto di vista emotivo: i ragazzi sono consapevoli di ciò che possono fare ed è triste che molte persone non riescano a capire fino a dove siano in grado di arrivare, perché avrebbero molto da dare.”
Pietro ci racconta che all’inizio non era interessato a questo progetto, ma alla fine è stato contento di essere rimasto, “c’è stato uno scambio reciproco di competenze ed è stato bello insegnare ad altri. All’inizio non sapevo bene come spiegare, ma già dalla seconda lezione è stato più facile. Di solito vado subito in agitazione, ma vedere che loro facevano le cose con tranquillità e si mettevano in gioco senza paure, mi ha fatto capire che devo stare più tranquillo.”
Il progetto di Peer Education ha avuto anche altri risvolti positivi, come spiegano Annalisa e Ayuob del Prelavorativo: “la parte più bella è quella di potersi relazionare con gli altri. Questo progetto ci ha permesso di conoscere ragazzi con i quali altrimenti non saremmo mai venuto in contatto; abbiamo trovato nuovi amici”.
Insegnanti e tutor non possono che essere entusiasti e orgogliosi degli obiettivi raggiunti: “quello della Peer Education è stato un progetto che ha annullato le distanze, dove tutti si sono messi in gioco”, raccontano le tutor Donatella Liviero e Alessia Lovison, che nel progetto sono state supportate da Martina Grasso, volontaria di Servizio Civile. “Da soli si arriva fino a un certo punto, è l’unione che porta a quei traguardi che il singolo non riesce a raggiungere”, commenta il docente Pietro Sangiuliano.
Autore: En.A.I.P. Piemonte
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